Alla Notte degli Oscar trionfa un Gatto con un messaggio speciale
Flow, il film d’animazione del regista lettone Gints Zilbalodis, ha conquistato il premio Oscar con un messaggio potente e universale: “Siamo tutti sulla stessa barca“.
Una frase che racchiude non solo il significato profondo della pellicola, ma anche la realtà della crisi ambientale che l’umanità sta affrontando.
Ancora si stenta a crederci, ma è tutto vero: Flow, ha portato a casa la statuetta per il Miglior film animato, battendo titoli ben più blasonati di grandi studi americani, come Inside Out 2 dei Pixar Animation Studios e Il robot selvaggio di DreamWorks Animation.
Flow, perché quella agli Oscar 2025 è una vittoria storica per l’animazione
In un mondo apparentemente privo di esseri umani, il protagonista di Flow — un gatto nero — si trova costretto a fuggire quando il livello dell’acqua inizia a salire inesorabilmente, sommergendo la sua casa e ogni cosa intorno a lui.
Insieme a un labrador, un capibara, un lemure e un uccello segretario, il felino si imbarca su una piccola barca a vela, affrontando un viaggio senza una meta esplicita.
Un’odissea che ricorda, in modo struggente, l’incertezza del nostro stesso futuro di fronte al cambiamento climatico.
Alla Notte degli Oscar trionfa un Gatto con un messaggio speciale
Una metafora per il nostro tempo
Il film di Zilbalodis non è solo un’opera di rara bellezza visiva, ma un potente monito: il pianeta sta cambiando e, se non prendiamo provvedimenti, rischiamo di essere travolti. Il viaggio degli animali in Flow è una metafora delle migrazioni climatiche che già oggi stanno spingendo milioni di persone ad abbandonare le proprie terre d’origine a causa dell’innalzamento del livello del mare, della desertificazione e di eventi meteorologici estremi.
Ma c’è anche un altro messaggio che emerge con forza: la convivenza tra le specie.
Il gruppo eterogeneo di animali che si ritrova sulla barca rappresenta l’interconnessione tra tutte le forme di vita sulla Terra. La biodiversità non è un concetto astratto, ma una realtà essenziale per la sopravvivenza del pianeta. Proprio come nel film, solo collaborando possiamo affrontare le sfide globali.
Alla Notte degli Oscar trionfa un Gatto con un messaggio speciale

L’arte come strumento di consapevolezza
Il trionfo di Flow agli Oscar segna una vittoria non solo per il cinema lettone, ma per il potere dell’arte di sensibilizzare su questioni cruciali. In un’epoca in cui i dati scientifici sulla crisi climatica vengono spesso ignorati o strumentalizzati, le narrazioni visive hanno la capacità di toccare corde profonde, generando empatia e consapevolezza.
Zilbalodis, con il suo stile minimalista e onirico, ci invita a riflettere senza imporre risposte. Il film non offre una soluzione chiara, ma pone una domanda fondamentale: verso quale futuro stiamo navigando?
E, soprattutto, siamo pronti a cambiare rotta prima che sia troppo tardi?
Mentre il mondo continua a discutere su come affrontare la crisi climatica, Flow ci ricorda una verità ineludibile: la natura non aspetta. L’acqua sta salendo, la barca è già in mare. La domanda ora è: vogliamo imparare a remare insieme o lasciare che le onde decidano per noi?
Alla Notte degli Oscar trionfa un Gatto con un messaggio speciale
Animazione VS Sensibilizzazione
La categoria Miglior film d’animazione è stata ed è ancora oggi oggetto di diverse controversie tra gli addetti ai lavori. Fondata nel 2001, dopo l’exploit di Shrek e la comparsa di altri concorrenti sul mercato, fino a quel momento dominato interamente da Disney, essa non è mai riuscita realmente nell’obiettivo originario di valorizzare le opere animate, finendo anzi spesso e volentieri per ghettizzarle e per rappresentare un ostacolo alla candidatura in altre categorie più competitive.
Un po’ per pregiudizio dei votanti, un po’ per ragioni di visibilità commerciale, i vincitori in passato sono stati quasi sempre piuttosto scontati e le sorprese pochissime: in 23 edizioni, Pixar ne ha vinte ben 11, Disney 4, DreamWorks 2 (di cui una in collaborazione con Aardman Animations). Se si esclude Rango di Gore Verbinski, le vere novità sono arrivate perlopiù negli ultimi anni, con la prima vittoria di Sony Animation grazie a Spider-Man: Un nuovo universo e soprattutto con Pinocchio di Guillermo del Toro, di produzione Netflix. Su tutto, la grande eccezione è stata naturalmente rappresentata da Hayao Miyazaki, l’unico autore non americano a ricevere ben due statuette, nel 2003 con La città incantata e ancora l’anno scorso con Il ragazzo e l’airone.