Il Mammut di Martina Franca compie 100 anni
Il 19 giugno si torna a parlare di “conservazione” della Biodiversità all’Università di Teramo: lo si fa attraverso un focus orientato all’Asino di Martina Franca, il mammut tra le razze asinine italiane.
Un appuntamento da non perdere per i cultori della biodiversità e della conservazione delle specie.
Un evento che per la prima volta in assoluto dalla costituzione del Libro Genealogico, riporta lo stato dell’arte effettivo della popolazione di Asino di Martina Franca.
Un parterre senza precedenti
In primo piano i 100 anni dalla nascita di Marco da Martina, considerato il capostipite della razza grazie ad un intervento unico nel suo genere curato dal Dott. Luca Pastore Chiancone, già Direttore Editoriale di “Il Murgese e l’Asino di Martina Franca“.
Luca Pastore è erede di una delle famiglie fondatrici dell’Associazione di razza oltre che indiscutibile memoria storica della stessa grazie ad un archivio personale unico che ripercorre tutti i punti salienti relativi all’attuale Martina Franca (asini e cavalli, naturalmente).
La giornata affonda il proprio claim proprio partendo dalle origini per poi arrivare ad interventi tecnici orientati alla conservazione.
É grazie al Prof. Giulio Pagnacco, già Ordinario all’Università di Milano, che verranno tracciate ed illustrate le linee per una gestione operativa del controllo della consanguineità in una piccola popolazione come quella dell’Asino di Martina Franca.
Saranno presenti anche rappresentanti della Regione Puglia e dell’Associazione di razza ANAMF, che con i propri interventi sottolineeranno l’importanza della tutela e il rilancio della razza sul territorio d’origine.
Un Lavoro di Pionierismo Genetico
Questo evento celebra oltre vent’anni di impegno e ricerca, grazie alla visione iniziata già alla fine degli anni 90.
Per più di due decenni, infatti, il Prof. Augusto Carluccio, Direttore della Scuola di Specializzazione in fisiopatologia della riproduzione degli animali domestici, ha guidato un progetto visionario con l’intento di ridurre il tasso di inbreeding (consanguineità) all’interno del ceppo di Asini di Martina Franca.
Ulteriormente rilevante soprattutto nelle regioni del centro Italia l’impiego di riproduttori asinini “Martina Franca” su cavalle pesanti per la produzione zootecnica derivata.
Produzione che rappresenta un indotto significativo legato all’esbosco e al comparto rurale.
Infatti, quella dei muli pesanti costituisce ancora oggi una realtà significativa nelle zone dell’Appennino, della Laga e dei Sibillini, naturalmente inaccessibili ai mezzi meccanici.
Gli sforzi hanno portato alla realizzazione di strategie che hanno garantito la salute genetica della razza oltre che alla sua diversità.
Inoltre, l’Ateneo, grazie a queste progettualità, vanta attualmente uno dei nuclei più numerosi in termini di consistenza fuori dal territorio di origine.
Questo importante risultato costituisce un plus valore molto significativo per la popolazione asinina “Martinese“.
Oltre alla mera ricerca scientifica, sostanziale è l’impatto diretto registrato sulla comunità degli allevatori “custodi“.
Aspetto sostanziale che ben ricalca le linee guida legate alla terza missione dell’Università oltre che un contributo inestimabile che continua a fare la differenza sul campo.
L’evento del 19 giugno rappresenta un’occasione unica per esplorare in profondità questi temi, con interventi di esperti del settore e presentazioni dettagliate sul lavoro svolto.
Il Mammut di Martina Franca compie 100 anni
Sarà un momento di riflessione e condivisione, aperto a tutti coloro che sono interessati alla conservazione della biodiversità e alla protezione delle razze animali autoctone.
EVENTO
Teramo – Dipartimento di Medicina Veterinaria
mercoledì 19 giugno 2024 – ore 10.00
Campus Ruggero Bortolami – Loc. Piano d’Accio – Aula Tesi
Il Mammut di Martina Franca compie 100 anni
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SAVETHEBIODIVERSITY – “Centro Studi per la Biodiversità“
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RASSEGNA STAMPA
CAVALLO 2000
CAVALLO MAGAZINE
Il Mammut di Martina Franca compie 100 anni