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Il Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido

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Storicamente l’Italia non ha mai annoverato nel suo patrimonio equino alcuna razza da tiro pesante.

Tuttavia, dopo l’unità (1860), lo sviluppo in senso sempre più imprenditoriale dell’agricoltura della pianura padana e le esigenze dell’Esercito, con particolare riferimento all’artiglieria, rendevano sempre più evidente la necessità di una consistente e qualificata produzione nazionale di cavalli da tiro.

Dopo numerose prove d’incrocio della popolazione di fattrici della pianura padana con le più rinomate razze da tiro europee, le aziende della pianura orientale, che ricadevano sotto la giurisdizione del Deposito Stalloni di Ferrara (diretta emanazione operativa del Ministero della Guerra), si orientarono con decisione verso gli stalloni bretoni di tipo Norfolk-Bretone. Di conseguenza a partire dal 1910 l’indirizzo di riproduzione per la maggior parte si identifica con l’impiego degli stalloni Bretoni in incrocio con la popolazione di fattrici locali.

Nel 1926 presero il via le “stazioni selezionate” individuando i gruppi di fattrici che andarono a costituire la base materna originaria della razza; nel 1927 nacque la prima generazione ufficialmente controllata e prese avvio la costituzione delle famiglie italiane del tipo “agricolo/artigliere“, altrimenti inizialmente denominato “derivato bretone”.

Dal 2023 sono due gli Enti Selezionatori riconosciuti in Italia per la razza.

Complementari gli indirizzi di selezione della razza che è soggetta al vincolo della “conservazione” in quanto iscritta nel Registro Nazionale delle Biodiversità.

IL PASCOLO COME STRUMENTO DI CONTROLLO E SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO

L’INTEGRAZIONE SOCIALE

LA RISCOPERTA DELLA TRAZIONE ANIMALE

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