Vi presento Angela: la ricchezza della differenza
Ovvero: quando la Georgia è entrata nella mia vita. Terra lontana ma vicina, la Georgia è ricca di Natura, di storia e di cultura. Corollario: come trasformare una malattia in una cura.
Finché non ho conosciuto Angela, non sapevo assolutamente nulla della Georgia.
“Georgia”, per me, era la terra natale di Stalin, punto e basta.
Dove si trovasse di preciso, chi la abitasse, che abitudini, usi e costumi avessero i georgiani era una domanda che mai mi ero posta nella vita (né pensavo mi sarei mai posta).
Vi presento Angela: la ricchezza della differenza
La ricchezza della conoscenza
Poi un giorno è arrivata lei, 33 anni e almeno otto vite di esperienza alle spalle.
Esile, mora, bei lineamenti, delicata, la forza di un uomo in un corpicino che non diresti capace, Angela viene da quel paese sconosciuto che si chiama საქართველო, Georgia, parecchio lontano. E quando il lontano viene vicino e puoi vederlo, solo allora inizia ad esistere: da quel momento hai qualcosa in più, quindi “sei” qualcosa di più. È la ricchezza della conoscenza della diversità.
E voglio scriverci sopra, perché “ecologia” viene dal greco οἶκος, che vuol dire “casa”: ed è lo studio della casa di tutti gli esseri viventi, inclusa la specie Uomo, con tutte le sue interazioni.
La Georgia… lontana quanto?
Attraversata dal Caucaso e bagnata dal Mar Nero, la Georgia ha mare, montagna, collina, clima variabile. Wiki dice che dal punto di vista geografico è dubbia l’appartenenza all’Asia o all’Europa, ma “dal punto di vista storico-culturale l’appartenenza della Georgia all’area europea è un dato comune[10][13][14]”. Il territorio è prevalentemente montuoso, ma il litorale affacciato sul Mar Nero è di ben 310 km.
E sento ancora la voce della Signorina Colafigli, la mia insegnante delle scuole medie, mihi plagosus Orbilius, che per tre anni ci ha ripetuto che “la Russia vuole l’affaccio sui Dardanelli!”. All’età di tredici anni ti chiedi che cosa ti possa interessare mai nella vita della Russia e dei Dardanelli. Eh, lascia fa’…

Vi presento Angela: la ricchezza della differenza
Che cosa sapere della Georgia
Contrasti politici, scontri etnici, distacco dall’URSS, è tutto in rete. La fonte che più mi è piaciuta, se volete approfondire, è stata questa, ma soprattutto questa di Francesco Trecci. Qui accenno solo al fatto che nel febbraio 2022 la ex-presidente della Georgia ha presentato all’UE una richiesta di candidatura a paese membro, candidatura approvata nel giugno successivo. Ma dopo le elezioni dell’ottobre 2024, l’affermazione del partito Sogno georgiano con il 54% circa dei consensi (sic!), duramente contestata dalla comunità internazionale, ha compromesso ogni cosa, e non se ne è fatto più niente. Morale: a volte i sogni non mantengono quello che promettono. E come non pensare al mio esame di Storia Contemporanea, che si riassume oggi in un’unica frase di Salvemini: “Chi crede di possedere il segreto per rendere felici gli uomini è sempre disposto ad ammazzarli”.
Comunichiamo?
Ecco perché Angela sta in Italia da otto anni, di permesso in permesso, e deve aspettare ancora, per avere qualche diritto in più, perché viene da un paese extracomunitario. Ha imparato l’italiano qui, e non deve essere stata cosa facile: i georgiani, o cartveliani (in georgiano ქართველები; cartvelebi) hanno una lingua ricca di tradizione letteraria: l’alfabeto georgiano è uno dei 14 alfabeti unici esistenti al mondo, non ha articoli, non ha preposizioni articolate, ed è davvero difficile per un italiano apprendere il georgiano e viceversa. Ma ormai Angela parla bene, anche se salta qualche preposizione articolata, sa leggere e scrivere in italiano. Io so dire solo sadili, gamargioba, dila mshvidobisa (formule di saluto) e qualche altra cosetta.
Le meraviglie della Georgia
Di questa terra ti puoi innamorare. Crocevia tra Europa ed Asia, fu antico collegamento sulla Via Della Seta, e ha tutto quello che vorresti vedere, sia al livello naturalistico, mare e montagna, che al livello architettonico, artistico, antropologico, culturale, con chiese scavate nella roccia, musica, tradizioni, balli, cucina: tutto molto uguale e diverso nello stesso tempo. Anche la fauna è uguale alla nostra (c’è perfino il camoscio alpino), ma comunque diversa, guardate qui. Evidenze scientifiche su basi archeologiche e biologiche dimostrano che qui avvenne il primo addomesticamento dei cavalli, veri protagonisti dei tours in Georgia e dei tracking sul Caucaso, insieme alle bike. Presente una razza equina autoctona, il Kabardin.

La ricchezza della differenza
Vi presento Angela: la ricchezza della differenza
Come iniziò la storia
Ero ancora in ospedale quando Cristiana mi portò Angela, affinché mi assistesse nel periodo post-operatorio e di convalescenza. Oggi sorrido, perché Santa Cristiana è considerata da parte della Chiesa Ortodossa l’illuminatrice della Georgia. Della Georgia non so, ma mia e di Angela sicuramente. Cristiana l’accompagnò in orario di visita, lei si avvicinò al letto, portava un vassoietto di dolci. E nei suoi occhi ho letto subito tutta l’empatia di cui avevo bisogno in quel momento. So che state pensando: “Ma è lavoro!” E io rispondo che c’è modo e modo di lavorare. Lei sapeva esattamente cosa fare, senza che neanche dovessi chiederlo.
Due mondi e due culture
Il tumore è un setaccio, separa farina e pula.
Il tumore è spartiacque, c’è un prima e un dopo.
Il tumore è cartina al tornasole, decide chi va e chi resta, chi sparisce e chi ritorna.
Tutto avviene per selezione naturale: devi solo osservare.
Quello che Angela ha saputo fare “in più” è stato stabilire una reciprocità. Di cura, di scambio, di cultura, di fiducia. E dunque di affezione.
Ora a casa parliamo di khachapuri, shashlik, khinkali. Me li cucina, ogni tanto, e mi piacciono come la pizza. Una volta pizza, una volta khachapuri.
Ormai a casa mia, per scongiurare un pericolo, nessuno fa più le corna, o incrocia le dita: adesso bussiamo sul legno, come si fa in Georgia. Perché? Boh. Perché è nuovo, perché è bello, e perché lo fa Angela. E ci salutiamo dicendo “gamargioba”.
Se mai esiste uno scambio culturale che avvenga nel rispetto e nella reciprocità, questo è quello che è successo a noi. E non finisce di stupirmi.

Uno straniero è un tappeto volante che porta con sé una storia e un paese che mai avresti visitato. Se hai fortuna, tu resti fermo sul tuo asteroide, ma viene una piccola volpe ad insegnarti come ci si avvicina a mondi lontani e sconosciuti. Ti insegna a dire: me shen dzalian mikvarkhar. E penso a quanti posti si possono raggiungere attraverso chi li abita, se l’incontro avviene in ambito di reciprocità. Non c’è paternalismo, non c’è quella benevolenza pelosa che fa più bene a chi la dà che a chi la riceve. È altro.
E quando passo un po’ di tempo con Angela visito un mondo straordinario, perché ti fa innamorare della sua terra e te ne mostra i colori, i sapori, i paesaggi. Passeggiamo, guardiamo le vetrine, e tutto sembra nuovo.
Espressioni da telegiornale diventano allora carne e sangue: permesso di soggiorno, assistenza medica, un figlio e una madre lontani per il bene dei quali cercare lavoro in Italia. Patria lontana, nostalgia: νόστος e -αλγία. Il dolore del voler tornare.
Conclusione: del mio strano viaggiare
Orazio diceva (Ep, I, 11, v, 27) che “quelli che si affannano a viaggiare cambiano paesaggio, ma non cambiano il loro cuore”. Così io, senza muovermi di casa, ho la fortuna di visitare quando voglio un mondo sconosciuto e meraviglioso.
Esattamente come i grandi viaggiatori che furono Ariosto e Jules Verne, che arrivarono dalla terra alla luna senza mai muoversi dal loro studiolo; o come Salgari, che descrisse la jungla e la Malesia senza mai viaggiare, allo stesso modo può accadere a noi che visitiamo “il lontano”, “l’altro” e la sua cultura, quando ci facciamo attenti davanti al suo mondo.
“Annalì…. Ma vogliamo andà in Georgia?”
“Il turismo inquina.”
“Ecco… Quello volevo dire io…”


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