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Monticare a Campo Imperatore nel 2024

by ANNALISA PARISI
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Monticazióne s. f. [der. di monticare], region. – Esercizio del pascolo del bestiame in montagna, sinon. di alpeggio; trasferimento di un armento nei pascoli in quota, dove rimane dalla primavera all’autunno. [fonte TRECCANI]

La Transumanza

La transumanza è un’antica pratica della pastorizia che consiste nella migrazione stagionale del bestiame nel Mediterraneo e nelle Alpi.

Si tratta di una tradizione che affonda le sue radici nella preistoria e che si sviluppa in Italia anche tramite le vie erbose dei “tratturi” che testimoniano, oggi come ieri, un rapporto equilibrato tra uomo e natura e un uso sostenibile delle risorse naturali.

La transumanza è stata inserita nel 2019 dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale, che ha riconosciuto il valore della pratica sulla base di una candidatura transnazionale presentata da Italia, Austria e Grecia.

L’UNESCO ha riconosciuto due tipi di transumanza – quella orizzontale, nelle regioni pianeggianti, e quella verticale, tipica delle aree di montagna.

Un modo per evidenziare l’importanza culturale di una tradizione che ha modellato le relazioni tra comunità, animali ed ecosistemi, dando origine a riti, feste e pratiche sociali che costellano l’estate a l’autunno, segno ricorrente di una pratica che si ripete da secoli con la ciclicità delle stagioni in tutte le parti del mondo.

La transumanza, ancora oggi è un rito che contribuisce alla salvaguardia della Biodiversità.

Nel 2023 l’elemento è stato esteso ad Albania, Andorra, Croazia, Francia, Lussemburgo, Romania e Spagna.

Per ulteriori approfondimenti, è possibile visitare il sito del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO.

VACCHE BIANCHE AL PASCOLO NELLA PIANA DI CAMPO IMPERATORE

Reportage realizzato da Annalisa Parisi – 4/5 agosto 2024

MONTICAZIONE E DEMONTICAZIONE NEL CORSO DEL TEMPO

Per descrivere le fasi in cui si compiono gli spostamenti che danno luogo alla transumanza si usano i termini di: “monticazione” e “demonticazione”.

Con monticazione, parola che deriva dal verbo monticare.

Termine che indica la fase iniziale della transumanza, nel periodo primaverile, quando avviene il trasferimento degli armenti e dei pastori dalle zone di pianura ai pascoli di alta quota.

Con demonticazione si definisce il successivo trasferimento inverso nel periodo autunnale. Gli animali e i pastori dai pascoli in quota tornano a quelli di pianura nella fase di discesa successiva al periodo estivo dell’alpeggio.

Questa usanza nei secoli scorsi condizionava pesantemente la vita del pastore.

Infatti durante la permanenza in quota i pastori non potevano contare sulla presenza delle strutture tipiche dell’allevamento moderno, quali la stalla e gli impianti di foraggiatura, mungitura e refrigerazione del latte.

IN ITALIA

In Italia questa antica usanza prese le mosse principalmente dall’Appennino abruzzese, volgendo sia verso la Maremma toscana e laziale sia soprattutto verso il Tavoliere delle Puglie.

I resti di un antico tratturo si trovano nei pressi di un guado del Tevere, tra Fiano Romano e Passo Corese a nord di Roma.

UN RITO CHE RESISTE AL TEMPO

Consisteva nel trasportare (“transumare”, appunto) gli animali dai monti abruzzesi e molisani, ai ricchi pascoli della Maremma e del Tavoliere.

Nel meridione, in particolare, l’importanza economica di tale attività era tale da essere gestita da due specifiche istituzioni del Regno di Napoli: la Regia dogana della mena delle pecore, con sede a Lucera e poi a Foggia, e la Doganella d’Abruzzo.

Dopo il 1447 divenne la principale fonte economica per molti paesi abruzzesi e tale rimase fino alla fine del 1800.

Gli Aragonesi vollero far sviluppare l’industria della lana, ma i risultati attesi da Alfonso d’Aragona non furono raggiunti e l’industria della lana del Regno di Napoli non riuscì mai a competere con quella della Spagna, delle Fiandre, dell’Inghilterra.

In queste nazioni, oltre allo sviluppo dell’allevamento ovino, si puntò sullo sviluppo dell’agricoltura, cosa che non venne fatta nel territorio del Regno di Napoli, causando un ritardo nello sviluppo locale.

A riprova della rilevanza di questa pratica nell’economia e nella società, è stato calcolato che nella metà del XV secolo non meno di tre milioni di ovini e trentamila pastori percorressero annualmente i tratturi.

L’impatto che la pastorizia esercitava era tale da fornire sussistenza, direttamente o indirettamente, a metà della popolazione abruzzese. 

Nel XVII secolo i capi coinvolti erano circa cinque milioni e mezzo.

Questo trasferimento avveniva alla fine della stagione calda, per andare in cerca di zone adatte a passare l’inverno con il bestiame e dove poter trovare dei pascoli in grado di sfamare le enormi greggi.

All’inizio di una nuova stagione calda, si transumava nuovamente verso i pascoli più freschi del Molise e dell’Abruzzo, prendendo il nome di monticazione.

I TRATTURI

Tutto ciò avveniva tramite dei sentieri assai larghi, detti tratturi, forniti di diramazioni longitudinali (i tratturelli) e trasversali (i bracci).

Il viaggio durava giorni e si effettuavano soste in luoghi prestabiliti, noti come riposi o “stazioni di posta”.

Con l’Unità d’Italia i contadini poterono riscattare i terreni dedicati ai pascoli e dedicarli alla coltivazione.

Questo portò alla diminuzione dell’economia legata alla transumanza. Un duro colpo per i pastori che – in parte – furono costretti ad emigrare in altre parti del mondo.

Con l’avvento della moderna zootecnia e l’allevamento intensivo direttamente negli allevamenti l’attività di transumanza si è fortemente ridotta.

Al giorno d’oggi è praticata soltanto in limitate zone italiane, specialmente in alcune località alpine e prealpine della Valle d’Aosta, del Piemonte, della Liguria, della Svizzera italiana, dell’Altopiano di Asiago, della Lessinia, del Trentino, dell’Alto Adige e della Carnia, in altre appenniniche del Molise, dell’Abruzzo (principalmente verso il Tavoliere o l’Agro Romano), della Campania, della Puglia e del Lazio, nonché in Sardegna dai pastori di Villagrande e Arzana.

In Sicilia viene ancora praticata nella zona delle Madonie, a Geraci Siculo, e sui Nebrodi Castell’Umberto.

La terza domenica di maggio è la data in cui si sgavita a muntagna, cioè si rendono disponibili alle greggi i pascoli estivi del Demanio Montagna del comune di Geraci Siculo.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE => LA TRANSUMANZA, TRADIZIONE MILLENARIA

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