La Strategia Nazionale Biodiversità 2030 si pone in continuità con la prima Strategia Nazionale Biodiversità, relativa al decennio 2011-2020 e, in coerenza con gli obiettivi della Strategia Europea per la Biodiversità al 2030 e del Piano per la Transizione Ecologica, delinea una visione di futuro e di sviluppo incentrata sulla necessità di invertire l’attuale tendenza alla perdita di biodiversità e al collasso degli ecosistemi.
In data 3 agosto 2023 è stato firmato il Decreto Ministeriale n. 252 di adozione della nuova Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030 e di istituzione dei suoi organi di governance.
La Strategia Nazionale Biodiversità 2030 prevede l’identificazione di due obiettivi strategici declinati in otto Ambiti di intervento (Aree Protette; Specie, Habitat ed Ecosistemi; Cibo e Sistemi Agricoli, Zootecnia; Foreste; Verde Urbano; Acque Interne; Mare; Suolo) cui si aggiungono i “Vettori”, ambiti trasversali di azione che possono facilitare, rafforzare e concorrere al raggiungimento degli obiettivi.
Lo status quo
Il coordinamento delle attività di conservazione e valorizzazione delle risorse genetiche, nonché di quelle finalizzate miglioramento genetico, in Italia appare purtroppo attualmente poco efficace rispetto agli obiettivi dello sviluppo rurale.
Risulta necessario superare la frammentazione e la disomogeneità delle informazioni disponibili che non consente di sviluppare un’azione organica azione di conservazione della biodiversità e dei sistemi tradizionali di produzione.
Il necessario superamento dei limiti conseguenti alla frammentarietà e disomogeneità degli interventi e alla limitatezza dei mezzi disponibili a livello informativo nel settore zootecnico, richiede l’adozione di nuovi schemi organizzativi.
Ciò allo scopo di mettere in campo strategie e soluzioni innovative, basate sulla cooperazione tra le figure che operano all’interno del settore zootecnico con funzioni diverse, e che consenta di finalizzare le azioni di conservazione, salvaguardia e valorizzazione delle razze e popolazioni animali.
Si ritiene opportuno incentivare l’adozione delle innovazioni disponibili e l’uso delle più moderne conoscenze scientifiche e biotecnologiche, promuovendo azioni efficaci e ampiamente sinergiche di valorizzazione e tutela delle razze di interesse zootecnico in stretta connessione con i territori e con i metodi di produzione nell’ottica del recupero di un corretto rapporto uomo/animale/ambiente, all’interno del quale il prodotto sia anello finale di una filiera strettamente legata ad un determinato contesto territoriale.
I benefici di una gestione integrata
Un approccio integrato alla conservazione può portare a una serie di vantaggi significativi. Innanzitutto, permette una maggiore efficienza nell’allocazione delle risorse, evitando duplicazioni e sprechi.
Favorirebbe inoltre lo scambio di conoscenze ed esperienze tra esperti e operatori del settore, promuovendo l’innovazione e l’adozione di pratiche sostenibili.
Altresì, un approccio integrato può contribuire a preservare la diversità genetica e culturale del paese, garantendo la resilienza degli ecosistemi e delle comunità rurali.
Una riflessione per il futuro, come auspicato dalla nostra Costituzione
La frammentazione delle attività legate alla conservazione e alla valorizzazione delle risorse genetiche rappresenta una sfida significativa per l’Italia. Tuttavia, attraverso l’adozione di un nuovo modello organizzativo basato sull’integrazione e sulla collaborazione, è possibile superare questi ostacoli e promuovere una gestione più efficace della biodiversità.
È fondamentale che tutte le parti interessate si impegnino attivamente in questo processo, lavorando insieme per garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire.