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L’Asino di Martina Franca

by ANNALISA PARISI
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L’ASINO DI MARTINA FRANCA

La tradizione vuole, anche se non esiste alcuna certezza al riguardo, che l’asino di Martina Franca derivi dall’asino catalano, importato nella Murgia dai Conti di Conversano all’epoca della dominazione spagnola.
L’asino di Martina Franca rappresenta oggi la più nota razza asinina italiana, apprezzata anche all’estero considerata la sua mole e il suo temperamento molto vivace.
La zona di allevamento dell’asino martinese è concentrata, a cavallo tra le provincie di Bari, Taranto Brindisi, nel territorio dei Comuni di Martina Franca, Crispiano, Alberobello, Locorotondo, Ceglie Massapica, Noci, Mottola e Massafra.
Quest’areale costituisce la zona di allevamento dove sono stati acquisiti i caratteri tipici della razza al punto che, se nei primi anni di vita viene mantenuto al di fuori di quest’ambito, l’asino “Martina Franca” manifesta evidenti fenomeni di decadimento.
E’ pertanto plausibile affermare che la razza asinina martinese sia “topolita” ossia una razza strettamente legata allo speciale ambiente del trullo e delle murge, incapace di acclimatarsi anche in zone limitrofe ma con diversa formazione geologica, andando incontro a rapida degenerazione.
Negli anni ottanta i capi asinini della razza Martina Franca erano circa 300; attualmente, anche grazie al lavoro di salvaguardia svolto dagli Allevatori Custodi il numero dei capi è si aggira sui 1.000 capi.

Molto interessante il progetto di conservazione della razza che da oltre 20 anni vive all’Università di Teramo, all’interno  di Medicina Veterinaria guidata e diretta dal Prof. Augusto Carluccio.

Un angolo di Puglia con circa 40 esemplari tra adulti e “putracchi” di asino di Martina Franca.

Un Progetto che da anni mira alla salvaguardia della razza grazie alla sinergica collaborazione tra UNITE e la Regione Puglia per il rinsanguamento e la salvaguardia delle fattrici di razza “Martinese” in forze alla Masseria Russoli.

Un Progetto unico nel suo genere che lega l‘Abruzzo e la Puglia, sulla scia del famoso “Tratturo Magno” come a rievocare l’antico rito della transumanza e che rappresenta una linea simbolica che unisce e racconta le storie e le tradizioni più nobili ed antiche delle due Regioni.

“Ciò di cui ha bisogno l’uomo è la memoria dell’asino che non dimentica mai dove mangia…”

– Sofocle

Alcuni Asini del Progetto in capo al Dipartimento di Medicina Veterinaria di Teramo

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